Un pò di film in cui si fa menzione alla Lazio o ai suoi Tifosi, da sempre, qualcosa di più che semplici tifosi ma persone con un certo stile di vita, con una mentalità diversa, nobili o de borgata, ma da sempre, la vera espressione della Romanità sparita.
Il Tifoso l’Arbitro e Il Calciatore
Cast
Pippo Franco, Alvaro Vitali, Enzo Cannavale, Mario Carotenuto, Marco Gelardini, Marisa Merlini, Daniela Poggi, Gigi Reder, Carmen Russo
Sceneggiatura
Luciano Martino, Francesco Milizia
Data di uscita
1982
Genere
Commedia
Secondo Episodio: Amedeo, “romanista” sfegatato figlio di altrettanto padre, è costretto per opportunità a fingersi “laziale”, fede sportiva di un tal Pecorazzi, suo datore di lavoro nonché futuro suocero. Amedeo gioca la sua rischiosissima partita fino al giorno del derby capitolino, durante il quale viene scoperto e pestato come traditore da una fazione e dall’altra. Alla fine, la nascita di due gemelli riuscirà a riportare l’armonia e a mettere d’accordo perfino i due irriducibili nonni.
Spettacolare il secondo episodio del film, con immagini reali riprese all’Olimpico durante un derby… aguzzando la vista tra le scene di Curva si intravedono personaggi noti della Curva Nord di quegli anni.
Febbre Da Cavallo
Cast
Catherine Spaak, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Adolfo Celi, Mario Carotenuto, Gigi Ballista, Marina Confalone
Regia
Joaquín luis Steno
Sceneggiatura
Alfredo Giannetti, Joaquín luis Steno, Enrico Vanzina
Data di uscita
1976
Genere
Commedia
Tre amici senza lavoro, passano il loro tempo negli ippodromi. Il terzetto cerca continuamente un buon colpo per sistemarsi definitivamente e disperati sperano su una scommessa che li faccia vincere molto denaro. Ma il loro è un amaro desiderio e il trio dopo una puntata truccata, finisce in tribunale dove si scopre che anche il Giudice è un appassionato di Ippica e scommesse.
Il Laziale Enrico Montesano interpreta Er Pomata che apostrofa il macellaio romanista, detto Manzotin, come il “più burino dei burini”… la mania della scommessa lo porta a scommettere sul colore della cravatta indossata dallo stesso Manzotin che da buon borioso romanista risponde giallorsso “come i colori della roma”… fregato, non indossava la cravatta.
L’Audace Colpo Dei Soliti Ignoti
Cast
Vittorio Gassman, Ciccio Barbi, Toni Ucci, Elvira Tonelli, Lella Fabrizi, Gina Amendola, Tullio Altamura, Carlo Pisacane, Mauro Lemma, Clara Bindi, Gastone Moschin
Regia
Nanni Loy
Sceneggiatura
Ángel Age, Furio Scarpelli, Nanni Loy
Genere
Commedia
Peppe, capo di una combriccola di ladruncoli romani, viene avvicinato da un collega milanese, che lo invita a partecipare coi suoi ad un grosso colpo. Si tratta di bloccare il furgone che ogni domenica porta al sicuro le somme delle giocate incassate dal Totocalcio. Peppe aderisce all’invito e riunisce i suoi amici Mario, Ferribotte e Capannelle, ai quali si unisce “Piede amaro”, un bravo meccanico. La banda si trasferisce a Milano, ma qui il milanese, ideatore del colpo, viene arrestato, cosicchè i cinque uomini devono agire da soli. L’impresa non si svolge secondo le previsioni: ma i ladruncoli riescono ugualmente ad impadronirsi di ottanta milioni. Peppe, ferito, si rifugia da una sua amica; ma raggiunge poco dopo i quattro amici a Roma, dove decidono di depositare la valigia coi milioni nel bagagliaio della stazione. La notizia del furto ha messo in moto la polizia romana, che interroga, tra gli altri, gli autori della rapina, i quali però riescono a cavarsela. In seguito a varie circostanze, lo scontrino per il ritiro della valigia capita in mano a Capannelle, il quale, eternamente affamato, non sa resistere alla tentazione di ritirare la valigia per potersi pagare un lautissimo pranzo. Ma il pasto troppo succulento lo porta all’ospedale insieme al pacco dei milioni. Quando gli amici scoprono tutto questo, corrono all’ospedale e riescono a fare uscire la valigia; ma nessuno vuole prendersi la responsabilità di custodirla fino a che “Piede amaro” decide di abbandonarla in un giardino: con una telefonata anonima avverte la polizia. Regolata così la questione, i cinque s’allontanano con l’animo sollevato.
Nel film si assiste ad una scena esilarante, per crearsi un alibi Vittorio Gassman in commissariato per l’interrogatorio impara a memoria la cronaca della partita della Roma a Milano, ma messo alle strette dichiara:”12 pregiudicati su quasi mille tifosi romanisti è una percentuale de pregiudicati quasi irisoria. Aho, tra i laziali è molto maggiore!”
Il Cielo In Una Stanza
Cast
Elio Germano, Gabriele Mainetti, Alessandro Cianflone, Francesco Venditti, Cinzia Mascoli, Maurizio Mattioli, Ricky Tognazzi, Alessandro Bucci, Cristiana Capotondi, Tosca D’aquino
Regia
Carlo Vanzina
Sceneggiatura
Carlo Vanzina, Enrico Vanzina
Data di uscita
1999
Genere
Commedia
Come capita a gran parte dei suoi coetanei, Marco torna tardi a casa, quando ormai è notte. Paolo, il padre, lo aspetta alla finestra e, quando finalmente entra in casa, non può fare a meno di rimproverarlo: anche perché, ancora una volta, si è fatto rubare il motorino. Stavolta i rimproveri del padre sembrano eccessivi e Marco apostrofa il padre come “vecchio!”. Paolo si allontana, ma poi rientra nella stanza del figlio e gli dice che anche lui è stato giovane, ha avuto la sua età e i suoi problemi. E se non ci crede… detto fatto, Paolo padre diventa Paolo giovane, siamo negli anni Sessanta. Marco viene in pratica introdotto a conoscere la vita del padre quand’era suo coetaneo. Ecco i genitori (i nonni), lui bonario e conciliante, lei apprensiva e molto dedita alla vita borghese del periodo. Ecco la scuola, con gli amici Massimo e Claudio; le differenze di classe tra pariolini e gli altri; le feste a cui imbucarsi; gli scherzi; la cattura delle ragazzine; l’approccio con le straniere che conduce ad un imprevisto e deludente viaggio in Svezia; la serata da soli a casa, con l’invito ad una prostituta e l’arrivo imprevisto dei genitori; il gesto rivolto a Claudio che andava a sostenere un provino per la Roma e che invece ha un incidente e rimane sulla sedia a rotelle. Insomma adesso Marco sa che anche il padre ha passato i suoi stessi guai.
Il film, ambientato nella zona di Piazza Euclide negli anni della Lazio Cragnottiana e negli anni sessanta, si apre con il protagonista che sta andando allo stadio, durante il tragitto, con gli amici, si parla di Marcelo Salas.
Un’altra celebre scena si gira a Villa Borghese durante una partita tra amici, il figlio si presenta al “campetto” indossando una maglia della Lazio in contrapposizione al Papà giallorosso.